SPAZIO MINIMO

spàzio s. m. [dal lat. spatium, forse der. di patēre «essere aperto»].

1. Con valore assol., il luogo indefinito e illimitato in cui si pensano contenute tutte le cose materiali, le quali, in quanto hanno un’estensione, ne occupano una parte, e vi assumono una posizione, definita mediante le proprietà relazionali di carattere qualitativo (sempre relative a una certa scala) di vicinanza, lontananza, di grandezza, pic- colezza, rese quantitative, già nell’antichità classica, dalla geometria, in quanto scienza dei rapporti e delle misure spaziali fondata su una definizione rigorosa dello spazio come estensione tridimensionale; più modernamente, lo spazio è anche considerato come intuizione soggettiva elaborata mediante gli organi di senso (spec. la vista) o è concepito (per es. nella prossemica) come modalità secon- do la quale l’individuo, nel suo comportamento sociale, rappresenta e organizza la realtà in cui vive.

mìnimo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. minimus, superl. di minor «minore»; v. meno]. – Piccolissimo, il più piccolo. Funge da superlativo di piccolo (come il lat. minimus rispetto a parvus) e si contrappone direttamente a massimo.

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